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Pensieri di Viaggio – Burkina Faso 2017
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Parto da un’Italia in cui ogni giorno i titoli di giornale raccontano di frontiere che si chiudono e muri invisibili che si innalzano. Un’Italia in cui ci si chiede scusa sfiorandosi sul bus, perché il contatto con l’estraneo dà fastidio.

Arrivo in un’Africa dove la porta di casa resta aperta tutto il giorno. Tutti sono i benvenuti e l’accoglienza è la regola non l’eccezione.

Paola opera in Burkina da tanti anni: “Sono un’africana dalla pelle bianca – le ho sentito dire molte volte – ho due patrie, due passaporti e per questo mi sento ricchissima.“ Le hanno dato la nazionalità onoraria, riconoscendole l’importanza delle sue opere sul territorio. Qui tutti la chiamano Mamma e delle donne africane ha la forza, il coraggio, la resilienza. In casa è l’ultima ad andare a dormire e la prima a svegliarsi. Un sorriso energico illumina il suo viso radioso e anche solo standole vicino senti che puoi fare più di così, qualunque cosa tu stia facendo.

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Dalla mattina alla sera ci sono visite. Chi entra per un caffè – una delle pratiche italianissime e irrinunciabili a cui Paola ha abituato i suoi cari laggiù – chi entra per un saluto. Chi per ritirare il contributo per la retta scolastica. Poi ci sono i giorni in cui chi bussa è l’Assistenza Sociale per chiederle di prendere in carico dei bambini orfani o direttamente qualcuno le lascia davanti alla porta di casa una scatola con un neonato. L’emergenza è uno stato quotidiano, quando si sparge la voce che tu aiuti concretamente chi ha bisogno e proprio recentemente Paola è stata invitata fino al confine col Niger, in un piccolo villaggio vicino a Dori dove le donne, stanche di morire dando la vita, stanche di partorire in condizioni terribili di igiene ed assistenza, la implorano per un aiuto.

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Paola in visita nella sala parto

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L’ambulanza del villaggio

Il nuovo progetto

Tre anni fa Paola si è trovata tra le braccia il piccolo Aziz Noel, neonato di un mese e 3 giorni, rimasto orfano e lo ha adottato. Da qui è nato il desiderio di dare a molti altri bimbi la stessa opportunità ed ha cominciato a prendere consistenza l’idea del progetto di Ziniaré: un complesso che comprende orfanotrofio, casa delle nutrici, infermeria, panificio, orto e scuola. IMG-20170801-WA0002

Il valore aggiunto è l’interazione con il villaggio: orto e panificio serviranno al fabbisogno locale. Il pozzo di acqua potabile rifornirà la struttura ma gli abitanti della zona vi avranno accesso. E la cosa più importante: l’inclusione di un’altra fascia debole della comunità. Verranno ospitate in questa struttura anche le nonne, donne anziane rimaste sole, per avere accoglienza, ma anche per condividere il loro sapere, passare le loro conoscenze ai piccoli, affinché le tradizioni non vadano perse e i bimbi non crescano sradicati.

Sono moltissimi e svariati i progetti che l’Associazione di Paola ha portato a termine nel corso di 15 anni di attività sul territorio:

-orfanotrofi

-scuola per bambini sordi (dalle elementari all’avviamento professionale)

– pozzi di acqua potabile

– scuola e internato per le ragazze (per contrastare i matrimoni precoci e consentire loro un’istruzione e un’autonomia professionale).

– borse di studio (per accompagnare all’università i più meritevoli)

– adozioni a distanza (per garantire sostentamento e istruzione)

Per conoscere da vicino il loro operato e come sostenerli visitate www.lagocciaonlus.org

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Partire dal Burkina è stato uno strappo.

Ho conosciuto la difficoltà, ma ho capito quanto è grande il disegno divino. Tutto ha un senso ed ogni cosa ha il suo tempo.

Ero straniera e sono stata accolta come una figlia.

Ho dato il poco aiuto che ero capace di dare e ho ricevuto doni e riconoscenza.

Mi sono sentita ricchissima. Sono rientrata ancora una volta con l’idea chiara di avere il dovere di mettere a frutto i talenti e le opportunità che mi sono state concesse. Non posso sedermi.

Voglio vivere intensamente e con coscienza anche qui.

Tengo vivo il collegamento, mi preparo per tornare lì presto, Inshallah.

Non dimentico.

GrazieI’m leaving Italy, a country where headlines are all about closing borders and invisible walls rising up. A country where people apologize if they accidentally brush against each other on the bus because the contact with strangers makes them feel uncomfortable.

I arrive in Africa, where house doors are open all day long. Everyone is welcome and hospitality is the norm, not the exception.

Paola has been active in Burkina for many years: “I’m a white-skinned African – that’s what she often says – I have two homelands, two passports and I feel hugely rich because of that.“ She received honorary nationality, in acknowledgement of the importance of her work on the territory. Everyone calls her Mom here, she shares the same strength, boldness and resilience as African women. At home, she is the last to go to sleep and the first to wake up in the morning. An energetic smile brightens up her radiant face and just standing by her makes you feel like you can do better, whatever it is that you are doing.

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She receives visits from dawn to dusk. Someone comes in to have a cup of coffee – one of those inalienable and extremely Italian habits Paola’s loved ones are now used to – someone comes in just to say hello. Others have to get the subsidy for the school fees. Some days Social Services knock on the door to ask her if she can take care of some orphans or someone just leaves a baby inside a box on her doorsteps. When people spread the word and know you offer practical help for the ones in need, emergencies become the order of the day. Paola has been recently invited to the Nigerian border, in a small village near Dori, where women, tired of dying while giving life, tired of giving birth virtually without assistance and in horrible hygienic conditions, beg her for help.

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the ambulance

 

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the birth room

 

The new project

Three years ago, Paola found the little orphan Aziz Noel, a 1 month and 3 days old baby, and she adopted him. This event fueled her desire to give many other children the same opportunity and the idea of the project in Ziniaré started to take form: a complex that includes an orphanage, the nurturers’ house, infirmary, bakery, a vegetable garden and a school. (foto)

The added value is the cooperation with the village – the vegetable garden and the bakery will meet the local needs. The water well will supply the structure but will be accessible to the locals too. And, most importantly, another weak sector of the community is involved. The building will also host grandmothers, old women left alone, who will not only find shelter but also share their knowledge with young people, so that traditions may never get lost and children may never be cut off from their roots.

During 15 years of activity, Paola’s Association developed many different projects:

-orphanages

-a school for deaf children (from primary school to professional training)

– drinking water wells

– a boarding school for girls (to tackle child marriage and give them an education and professional autonomy)

– scholarships (to make university more accessible to worthy students)

– long distance adoptions (to guarantee sustenance and education)

To get to know their activities better and support them visitwww.lagocciaonlus.org

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Leaving Burkina felt like something was torn apart.

I came to know many hardships but I understood the greatness of God’s design. Everything has a purpose and everything has its own time.

I was a stranger and I have been welcomed like a daughter.

I offered my help, even if it wasn’t much, and I got gifts and gratitude in return.

I have felt hugely rich. I have come back once again with a clear idea in mind: I have to make the most of the skills and the opportunities that I have been given. I can’t sit down.

I want to live my life intensely and with awareness here too.

I keep the connection alive, I prepare to come back there Inshallah.

I don’t forget.

Thank you

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